
Vincenzo Di Sanzo: musicista e costruttore di zampogne e surduline
Il Pollino rappresenta un territorio di primaria importanza per le tradizioni musicali del nostro paese, esperienze di comunità straordinarie in cui musicisti-costruttori molto abili hanno tenuto vive competenze antichissime.
San Paolo ha sempre rappresentato un punto di riferimento per la tradizione della zampogna e della surdulina, non solo per le raffinate tecniche costruttive degli strumenti ma anche per la ricca tradizione dei repertori musicali.
Il paese che ha dedicato uno spazio espositivo a questa importante storia, annovera 7 suonatori-costruttori nell’Ottocento e ben 15 nel Novecento, a conferma di una centralità riconosciuta su larga scala.
Su questa virtuosa scia si ritrova l’esperienza di Vincenzo Di Sanzo, il giovane musicista e costruttore che è tornato a San Paolo Albanese dopo una lunga esperienza a Roma e all’estero. È lui che anima i vicoli di San Paolo con le sue note e il ritmo dell’intaglio con cui realizza preziosi strumenti, nella strada del Museo della cultura arbëreshe, in uno spazio che il Comune ha reso disponibile per questa importante esperienza umana e culturale. Del resto, come ha sostenuto l'etnomusicologo Nicola Scaldaferri, in questi contesti "la sopravvivenza di uno strumento passa attraverso la pratica e il sostegno alle persone".
„La passione per questi strumenti e per la tradizione del mio paese mi ha fatto tornare a San Paolo.“
Quella di Vincenzo è un’esperienza che tiene viva la memoria di un’arte antica e di repertori musicali preziosi, strettamente legati alla storia della comunità arbëreshe, e allo stesso tempo conferma un interesse per questi strumenti che è cresciuto di recente anche tra le nuove generazioni. Sono infatti tanti i giovani che si iscrivono ai laboratori tenuti da Vincenzo durante l’anno e nel corso del Festival Radici di cui è direttore artistico e artefice instancabile.