SAN PAOLO ALBANESE
Paesaggio
San Paolo Albanese
Un paese silente e accogliente, il luogo ideale per avere un contatto autentico con la natura in una dimensione di vita che invita a ritrovarsi.
Fondato da gruppi di profughi albanesi sfuggiti alle invasioni turche del XVI secolo, San Paolo Albanese (Shën Palji in arbëreshe) è il più piccolo Comune della Basilicata. Ma la sua comunità, composta da poco più di 200 abitanti, custodisce vivissime la lingua, la cultura e le tradizioni arbëreshe.
Il centro del paese si sviluppa intorno alla Chiesa di San Rocco, di rito greco-bizantino. Ed è proprio in occasione della festività dedicata al Santo, che ricorre il 16 di agosto, che la comunità dei credenti dà vita a una manifestazione molto sentita: il trasporto delle “gregne”, ovvero un grande fascio di spighe di grano portate a spalla in processione, al termine della quale gruppi folcloristici si esibiscono nel tipico ballo del “falcetto”.



Valle del Sarmento
Il versante lucano del Pollino e l’ampio bacino idrografico del Sarmento connotano il paesaggio di San Paolo Albanese. Si tratta di un territorio di grande interesse naturalistico, con vaste zone incontaminate, dominate da foreste e praterie d’alta quota.
La valle del Sarmento si estende ad Est del massiccio montuoso del Pollino e nasce dalle foreste di faggi e abete bianco nel versante settentrionale di Serra di Crispo. Dal Monte Carnara, in particolare dal punto panoramico di Timpa della Guardiola, si gode uno scenario paesaggistico di rara bellezza: da qui si colgono le iconiche Serre del Dolcedorme, delle Ciavole, di Crispo, del Prete e di Monte Pollino.


Parco Nazionale del Pollino
Il Parco Nazionale del Pollino si estende per 192.565 ettari: è la più grande area protetta di nuova istituzione in Italia. A cavallo tra Calabria e Basilicata, il territorio del Parco - che comprende 56 Comuni - è caratterizzato da diversi massicci montuosi che vanno a comporre la catena dell’Appennino meridionale: il Massiccio del Pollino, i monti dell’Orsomarso e il monte Alpi. Qui, tra vette altissime, la Natura e l’Uomo intrecciano millenari rapporti che il Parco, istituito nel 1993, conserva e tutela sotto il suo emblema: il Pino Loricato.
Nel 2015 il Parco è entrato a far parte della Rete europea e globale dei Geoparchi sotto l’egida dell’UNESCO che, rispettivamente nel 2017 e nel 2021, ha inserito la Faggeta Vetusta di Cozzo Ferriero e la Faggeta Vetusta del Pollinello nel Sito transnazionale delle “Antiche Faggete Primordiali dei Carpazi e di altre regioni d’Europa”, proclamandole Patrimonio Mondiale.




Le Comunità Arbëreshe del Parco
Nell'area del Pollino le comunità italo-albanesi sono presenti sin dal XV secolo. In gran parte hanno conservato l'uso della lingua e, nelle ricorrenze particolari, quello dei coloratissimi costumi tradizionali.
A Lungro ha sede l'Eparchia degli italo-albanesi dell'Italia continentale, istituita nel 1919 da papa Benedetto XV, che conserva tradizioni e riti che appartengono alla Chiesa Ortodossa in accordo con la Chiesa di Roma.
I paesi interessati sono:
San Paolo Albanese / Shën Pali (PZ)
San Costantino Albanese / Shën Kostandini (PZ)
Acquaformosa / Firmoza (CS)
Civita / Çifti (CS)
Frascineto / Frasnita (CS)
Lungro / Ungra (CS)
Plataci / Pllatani (CS)
San Basile / Shën Vasili (CS)
Le feste tradizionali
Le comunità arbëreshe del Parco del Pollino custodiscono intatto il senso di appartenenza alla propria etnia. Le tradizioni popolari richiamano sovente la patria d’origine nei canti, nelle leggende e nei modi di dire. Nelle feste e nelle ritualità è ricorrente il tema della nostalgia della patria perduta e il ricordo delle gesta leggendarie dell’eroe Scanderbeg, l'eroico difensore dell'indipendenza albanese contro l'invasione ottomana, sempre effigiato nei centri abitati arbëreshe.
Fra le espressioni coreutiche e musicali più interessanti vi è la “vallja”, un'antica danza popolare carica di fascino che si tiene nel periodo di Pasqua e che rievoca la vittoria di Giorgio Castriota Scanderbeg (Gjergj Kastrioti Skënderbeu).
Si tratta di una danza cantata, eseguita lungo le strade del paese; le musiche e le modalità della danza sono diverse da paese a paese ma è ballata sempre in gruppo: uomini e donne si tengono per mano o si uniscono mediante fazzoletti, danzando e cantando brani epici.

