Lo spazio introduttivo è dedicato al “mito delle origini” e alle “verità della storia”. La gigantografia raffigurante il mare evocativamente rimanda a quell’Adriatico che, secondo una tradizione storiografica comunemente accreditata, i profughi coronei solcarono, dopo la caduta della loro città per mano dei Turchi nel 1532, per giungere sulle coste dell’Italia meridionale, prima di stanziarsi definitivamente in Val Sarmento. La costa albanese sullo sfondo, rimanda da una parte al mito di Skanderbeg e dell’eroico popolo guerriero, strenuo difensore della cristianità, dall’altra a una realtà storica fatta, agli inizi dell’età moderna, di migrazioni in massa di uomini e donne che, spinti dalla povertà e dal bisogno, si spostavano dalle regioni balcaniche verso Occidente alla ricerca di mezzi che potessero garantir loro livelli minimi di sussistenza. Le figure in costume tradizionale, tratte da fonti diverse, danno invece il senso di come sia stata rappresentata nel tempo la diversità arbëreshe. Una ricca serie di immagini, infine, fornisce informazioni e suggestioni sui principali elementi di distinzione della comunità di San Paolo Albanese e sul suo rapporto con il contesto storico della Val Sarmento.
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